HEJIRAT – ARTICOLO SU UN GIORNALE DI DETROIT 11 marzo 1923

Non giungo con qualcosa di nuovo. La filosofia Sufi è antica quasi quanto la consapevolezza e si basa sulla tolleranza, la vita naturale, la semplicità, la realizzazione del sé, l’amicizia, la benevolenza, il perdono e Dio. Non esiste motivo per cui un seguace di qualsiasi fede cambi fede: tutto ciò che gli è richiesto è che cerchi le sue verità nel proprio cuore, e nella propria religione le sue verità, che pratichi la tolleranza e dimostri la sua fede nell’umanità. Sono nato a Baroda, in India, e ho ricevuto una formazione completa sotto la guida di mio nonno, Moula Bux, che a Baroda dirigeva un’accademia musicale. Sono diventato un po’ un maestro della “vina”, un antico strumento indiano simile al modello della chitarra. Oltre ai miei studi e alle attività musicali ho intrapreso lo studio della religione, approfondendo fin da bambino, i sistemi principali e sotto la guida di noti studiosi orientali. Ho studiato approfonditamente, una caratteristica della mia razza. Nella scuola filosofica Sufi ho trovato infine ciò che la mia anima bramava: perfetta saggezza unita alla libertà. La fede è ciò che ha ispirato gli antichi poeti persiani Rumi e Hafiz e ha influenzato Omar Khayyam. La filosofia Sufi mira a esprimere la vita in termini di amore, armonia e bellezza. Questa antica fede mistica si è così completamente impossessata di me che scopro che ogni momento del mio tempo è occupato a diffonderla. La mia prima visita negli Stati Uniti fu con i miei due fratelli e un cugino nel 1910. Ho cercato di armonizzare l’Oriente e l’Occidente tramite la musica. Ha attirato coloro che hanno immaginazione, ma ho sentito il bisogno dell’espressione parlata per raggiungere la moltitudine. Ho dovuto rinunciare alla mia amata vina. E ora ritrovo il mio tempo così preso da questioni più importanti che raramente mi metto persino il turbante, che non può essere sistemato in fretta. Né trovo il tempo per continuare i miei scritti con l’assiduità che alcuni miei amici credono che questi scritti meritino. Il mio scopo nel fare questa visita in America è di offrire alcune conferenze sulla mia strada da e per San Francisco, dove visiterò il tempio Sufi, e poi tornerò in Europa e a Parigi condurrò corsi estivi di filosofia Sufi. Nel continente parlo inglese, impiegando un traduttore quando necessario. Non sono un indiano, né riconosco una cosa come la casta. Sono un cosmopolita e un fratello per tutto il genere umano. Se ci fosse stata una comprensione più chiara e migliore della dottrina Sufi e della sua filosofia mistica, ma del tutto comprensibile e semplice, non ci sarebbe stata alcuna guerra mondiale, né un altro conflitto simile tra i popoli. Ci sarebbe la pace della comprensione che nasce dalla tolleranza e dal perdono. È possibile che il mondo sia portato sotto un’unica grande religione e si faccia accettare un pensiero che abbraccia tutto? No, nessuna religione dogmatica; sì, un pensiero onnicomprensivo. Il Sufismo offre un messaggio di libertà spirituale che possiede un fascino universale. La situazione in India per quanto riguarda i nativi e la Gran Bretagna? Non ho niente a che fare con questo. Non sono un discepolo del conflitto, o un divulgatore di propaganda violenta, ma un umile filosofo che viene da una terra che era vecchia mentre il resto del mondo era in fasce, che cerca di stabilire nel mondo occidentale le verità Sufi , e di condurre, o dirigere, l’umanità attraverso un’antica porta verso l’Unica Luce, splendente in tutte le direzioni, che si potrebbe vedere illuminare molte strade che conducono all’unica Meta.

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