Creazione mentale III parte – Incontro di studio 16/12/24

Tutto ciò che raccogliamo e accumuliamo nel mondo esterno per la nostra felicità o il nostro benessere è limitato.

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Neppure una millesima parte di questo mondo che possediamo possiamo veramente chiamarla il nostro regno, il nostro mondo. Ma la nostra mente può creare e può accumulare innumerevoli pensieri e impressioni, che formano tutti il suo mondo reale. Tutti i nostri averi, tutto ciò che accumuliamo nella vita, tutte queste cose che un giorno dovremo lasciare sono transitorie; ma ciò che abbiamo creato nel nostro pensiero, nella nostra mente, quello vive. Una persona pensa: “Un giorno mi piacerebbe costruire una fabbrica”. In quel momento non ha soldi, non ha competenza, non ha capacità, ma un pensiero è arrivato: “Un giorno mi piacerebbe costruire una fabbrica”. Poi pensa ad altro. Forse gli anni passano, ma quel pensiero ha lavorato costantemente in migliaia di menti, e migliaia di fonti preparano per lui ciò che ha desiderato una volta. Se potessimo guardare a ritroso a tutto quello che abbiamo pensato in momenti diversi, scopriremmo che la linea del fato o destino, Kismet come è chiamato in Oriente, è formata dal nostro pensiero. I pensieri hanno preparato per noi la felicità o l’infelicità che proviamo. Tutto il misticismo ruota intorno a questo. Se i pensieri possono realizzare questo, lo stesso può l’amore o l’immaginazione; persino un sogno può realizzarlo a seconda dell’impressione che produce. Alcuni pensieri sono come cose, oggetti, altri pensieri sono come esseri. Alcuni pensieri sono come angeli al nostro fianco, e altri sono come diavoli. Sono tutti intorno a noi, o aiutandoci nella realizzazione degli obbiettivi che abbiamo davanti a noi, o facendoci allontanare dalle cose che desideriamo realizzare. Una persona potrebbe pensare, e forse l’effetto dei suoi pensieri è molto debole; un’altra oggi ha un pensiero, e domani il desiderio è realizzato. Perché questo accade? A causa del potere del pensiero. Nel pensiero di una persona c’è più vita, in quello di un’altra c’è meno vita. La differenza tra un oggetto e una cosa viva è che in essi c’è più o meno vita. Ma dove c’è consapevolezza e attività questo lo chiamiamo vita, e chiamiamo ciò che manca di intelligenza e consapevolezza un oggetto. Tuttavia in realtà entrambi sono vivi. Una persona con una volontà debole non ha forza nel suo pensiero. Anche se pensa mille volte, non ha alcun effetto, perché non ha quella vitalità o energia che è necessaria al pensiero per vivere. Cos’è la vitalità che dà vita al pensiero? È la stessa nell’uomo, e anche nel vegetale, o nel regno minerale. In un caso la vita è sulla superficie, nell’altro è nascosta. Questo è il motivo per cui le chiamiamo cose in un caso, ed esseri nell'altro. Perciò ci sono cose morte, e ci sono pensieri vivi. A quale classe appartenga un pensiero dipende dal potere chiamato forza di volontà. Quando c'è forza di volontà, la parola è sia detta che fatta. Questa idea è espressa dalle parole Kalpa Vraksha, l'albero del desiderio. La storia dice che chiunque per caso si sieda per un momento sotto quest'albero vedrà realizzarsi il suo desiderio; tuttavia nessuno sa dove si possa trovare quest'albero. L'albero è la mente; la sua radice è il cuore. Ciò che dà potere al pensiero, che dà spirito o vita al pensiero, è il sentimento. Un uomo senza sentimento e come se fosse morto; con il sentimento è vivo, e così è il suo pensiero. Un pensiero con sentimento è un potere assai più grande del pensiero senza sentimento. Dire soltanto: "Mi piace molto il tuo dipinto" non avrà nessun effetto se dietro queste parole non c'è sentimento. È solo una sequenza di parole. In essa non c'è vita. Ma quando queste parole sono espresse con sentimento passano anche attraverso il vostro cuore; il pensiero diventa vivo. Ci sono state delle grandi persone i cui pensieri vivi potevano rendere vivo chiunque; potevano dispensare vita e guarigione. Hanno lasciato i loro pensieri dietro di sè, e la gente li ha tenuti in grande considerazione come scritture sacre, come libri sacri; li hanno considerati una religione. Tali pensieri non potranno mai scomparire né morire, poiché a loro è stata data una lunga vita. Qualunque forma i loro pensieri abbiano assunto, che sia musica, prosa, poesia, aforismi, o detti preziosi non moriranno mai, vivranno per sempre. Ci sono altri che non hanno riconosciuto il valore né il carattere immortale di questa creazione della mente; essi attraversano la vita senza essere consapevoli del suo valore. Simili persone sono sciocche, stupide, si lamentano in continuazione della gente, e criticano gli altri. Un poeta Indostano ha detto: “Stai attento prima di pronunciare una parola; non sai che questo mondo è una cupola, e che in una cupola c’è un’eco”. Perciò, in questo mondo, qualunque cosa si dica riecheggia. Se un pensiero buono viene mandato a una persona, lei potrebbe non saperlo; tuttavia abbiamo mandato un pensiero buono, un pensiero di gentilezza, di sincera simpatia e amore. Possiamo non dirglielo; possiamo non vederla; ma anche dopo dieci anni scopriremo che qualcosa è stato preparato per lei; qualcosa ha reso l’amicizia più stretta. Saprà che abbiamo pensato a lei. Il segreto di questo è che la vita è una. In essa tutti questi fantasmi vivono e si muovono; e noi pensiamo che ognuno sia una vita diversa, tuttavia c’è un’unica vita soltanto, che il mistico chiama Dio, che non può essere divisa. Il Sufi dice che l’uomo non è una parte di Dio, perché come può Dio essere diviso? Si può dividere lo spazio? Dal momento che lo spazio non può essere diviso, come può esserlo Dio? Come può quest’unica vita essere divisa? Non c’è divisione. Non c’è alcun muro tra due persone qualsiasi in questo mondo. Che il pensiero sia di rancore, o di simpatia, o d’amore o di gentilezza, raggiunge l’altra persona. Quando il pensiero ha un sentimento dietro a sé, ha vita, che sia un sentimento di rancore o di gentilezza. Se è rancore distruggerà. Ma la conseguenza di un simile pensiero sarà che ritornerà a chi lo ha dato; sicuramente rimbalzerà; ritornerà sicuramente a chi lo ha inviato. Sia che fosse rancore, sia che fosse di gentilezza ritornerà lo stesso. Ma ancor di più di questo: quel pensiero sicuramente si riproduce come fanno i germi e i vermi. Un pensiero d’amore raduna migliaia di esseri d’amore e gentilezza intorno a quella persona. Nella Bibbia c’è una profezia che quando verrà il prossimo Maestro, porterà diecimila santi nel suo esercito. Cosa significa? Significa diecimila persone visibili? No, ci saranno innumerevoli pensieri di bontà e servizio all’umanità che diventeranno il suo esercito. Esternamente siamo un essere singolo, ma internamente siamo un mondo. Tanto è vasto il mondo intorno a noi, altrettanto vasto è il mondo dentro di noi. Asif dice: “La limitazione del cielo e della terra non può essere paragonata al cuore dell’uomo. Se il cuore dell’uomo è ampio, non c’è nulla di più ampio di quel cuore”. Tutto può trovare posto in esso: cielo, terra, sole, luna, si riflettono tutti in esso. Lui stesso diventa il tutto. Questo mondo diventa come si sceglie di crearlo. Se solo l’uomo lo sapesse! Ma poiché non lo sa, il mondo non è un paradiso, ma è diventato l’opposto. Biasimiamo gli altri per le nostre sofferenze e disgrazie, non percependo che siamo proprio noi i creatori del nostro mondo; che il nostro mondo ha un’influenza sia sulla nostra vita interiore che sulla nostra vita esteriore. Ad esempio, se una persona viene biasimata dal sé interiore, sarà biasimata da chiunque altro, e se è ammirata dal suo sé interiore, sarà ammirata da tutti quelli che le stanno intorno; se il sé interiore si sente colpevole verso qualcuno nel mondo esteriore, si sentirà colpevole, e se sente un dubbio riguardo il giusto sentiero spirituale, attraverserà il mondo con quello spirito di dubbio. Nelle scritture leggiamo come Mosè parlò con Dio sul Monte Sinai. L’angelo Gabriele portò un messaggio al profeta. Che cos’era l’angelo? Che cos’era il Monte Sinai? Il Monte Sinai è la mente dell’uomo; Dio è dentro di lei; è il sentimento dell’uomo che costruisce un ponte dalla mente dell’uomo al monte di Dio. Rumi dice in modo meraviglioso: “C’è un flauto, una delle due estremità è tra le labbra di Dio, e l’altra estremità del flauto è nel cuore dell’uomo”. Che splendida metafora! Quando il cuore dell’uomo è risvegliato, quando i pensieri sono diventati esseri viventi, allora ogni volta che questo sentimento arriva la sua corrente scorre dall’infinito al finito, dal mondo oggettivo indietro al mondo invisibile, da Dio all’uomo. Una corrente è stabilita. È il pensiero dell’uomo che è il ponte verso il cielo. Qualunque cosa il pensiero dell’uomo abbia costruito, diventa il suo paradiso, con i cantori, le Upsaras e belle creature. Questo è il vero paradiso. Un uomo con un esercito di pensieri belli è nel Giardino dell’Eden. Ha prodotto un giardino dentro di sé. C’è un verso di Bedil: “Questi splendidi giardini e aiuole, se vuoi averli attorno a te, non hai bisogno di andare a vederli nel mondo esterno. Bisogna soltanto aprire la porta del tuo cuore per vederli là, e ne godrai”. La gente pensa che questo mondo sia soltanto immaginazione, che esista solo nel pensiero; ma in realtà questo mondo è l’unico che rimarrà nell’aldilà. Non ci sarà nessun altro mondo, perché questo mondo fisico non rimarrà. Ogni anima crea un mondo. Per quanto grande possa sembrare un pianeta in confronto alla mente di un uomo, in realtà la mente dell’uomo è più grande. C’è un mondo in questo pianeta. Come hanno detto gli Indù: “Il nostro pianeta ha un dio, e l’uomo è il dio del suo pianeta”. Si deve innanzitutto sapere di cosa si ha bisogno e diventare padroni di se stessi, dei propri pensieri e della propria vita. Allora la nostra personalità diventerà gradevole e piacevole agli altri, e diventeremo una benedizione per tutti coloro che incontreremo in questo mondo.