Ci sono persone che guardano la vita attraverso il loro cervello, la loro testa, e ci sono altri che guardano la vita attraverso il loro cuore. Tra questi due punti di vista c’è un’enorme differenza; una differenza così grande che qualcosa che una persona può vedere sulla terra l’altra la vede in cielo, qualcosa che una persona vede piccola l’altra la vede grande, di qualcosa che una persona vede limitata l’altra vede l’illimitatezza.
Queste due persone diventano poli opposti; è come se una guardasse il cielo e l’altra guardasse la terra. Nessuno ammetterà che guarda le cose con la testa; tutti diranno: “Guardo la vita con il cuore”. Se sapesse cosa significa guardare la vita dal cuore, la persona migliore al mondo direbbe: “Non ho ancora imparato a guardare la vita dal cuore. Vorrei sapere come farlo, vorrei impararlo”. Il cuore dell’uomo può essere paragonato all’acqua. O è gelato e allora è neve, o è acqua e allora è liquido. Quando è gelato si è trasformato in un cristallo; quando è liquido è in una condizione in cui scorre, ed è naturale per l’acqua essere corrente. Il cuore che, come una sorgente, riversa acqua sotto forma di ispirazione – in poesia, in musica, in qualunque forma – ha bellezza e ha una qualità guaritrice, può eliminare tutte le preoccupazioni, le ansie, le difficoltà e i problemi di chi arriva da lui. Come l’acqua della sorgente non solo ispira ma guarisce. Poi c’è una fontana che sale e ricade in moltissime gocce. È creata dall’uomo come anche la personalità è creata dall’uomo. Quando l’uomo ha formato una personalità, allora il sentimento che si leva dal cuore attraverso quella personalità è come la fontana: ogni goccia ricadendo si presenta sotto forma di virtù. L’acqua che sale dal mare verso il cielo sotto forma di vapore rappresenta l’aspirazione del cuore. Il cuore che ha un’aspirazione verso l’alto, che desidera arrivare in alto, quel cuore mostra la qualità del vapore. È il cuore del devoto, del cercatore, è il cuore di chi è sempre coscienziosamente alla ricerca dell’ideale più alto, che raggiunge i principi più alti. Nella forma delle nuvole questo cuore che aspira prende forma e ricade in basso come la pioggia, portando bellezza celestiale sotto forma di arte, poesia o musica, o di qualsiasi cosa che sia buona e bella. Ci sono cuori che si sono impregnati di fuoco per molto, molto tempo; da loro proviene un’acqua sulfurea che purifica e guarisce. Il cuore che è passato attraverso il fuoco è passato attraverso la sofferenza e quindi può guarire coloro che soffrono. Ci sono cuori con molte diverse qualità, come l’acqua può contenere diverse sostanze chimiche: coloro che hanno sofferto, coloro che sono passati attraverso la prova della pazienza. Le persone che hanno avuto esperienze profonde di qualsiasi tipo - di sofferenza, di tormento, d’amore, di odio, di solitudine, di relazione, di successo, di fallimento - hanno tutti una qualità particolare, una qualità che ha un utilità particolare per gli altri. Sapendo ciò arriveremo a questa conclusione: “Qualunque sia stato il destino della mia vita, il mio cuore attraverso il dolore o la sofferenza, attraverso la gioia o il piacere, ha preparato una sostanza chimica che è al servizio di un certo scopo per l’umanità. E posso offrire questa sostanza chimica perché l’umanità la usi solo se posso mantenere il mio cuore sveglio e aperto”. Quando il cuore è chiuso, quando è congelato, quando si è tramutato da cuore caldo in una pietra, quella persona non è più viva. Non importa quello che ha attraversato perché anche il peggior veleno può essere di qualche utilità. Non c’è persona quindi, per quanto cattiva che non serva a niente, se solo sapesse che c’è una condizione per essere utile all’umanità, ed è tenere il cuore aperto. Arrivando ora alla realizzazione spirituale: questa è una cosa che non si può mai assorbire tramite la testa; può solo essere ricevuta tramite il cuore. Lasciate che due persone ascoltino gli insegnamenti di un maestro, una con il cuore e l’altra con la testa. La seconda penserà: “È così o non è così? E se è così, com’è? Come può esserlo, e se lo è, perché?”, e non c’è mai fine ai “Perché?”. L’altra persona ascolterà con il cuore; ragione e logica sono entrambe a sua disposizione, ma non la disturbano. Il suo cuore è aperto, ascolta, e la qualità del cuore è tale che qualunque cosa cada su un cuore aperto immediatamente si rivela. Quando si dice: “Non riesco a capirti”, è proprio come dire: “Ho chiuso il mio cuore a te”; non c’è nessun’altra ragione per non comprendere. E quando si dice: “Ho capito tutto”, significa che il cuore era aperto; è per questo che si è capito. Capire quindi non dipende dalla testa, dipende dal cuore. Con l’aiuto della testa si possono rendere le cose più chiare, diventano comprensibili, si possono esprimere meglio, ma la comprensione deve incominciare ad arrivare dal cuore, non dalla testa. Inoltre con la testa una persona dice: “Sì, dev’essere così perché penso così”, ma con il cuore dice: “È così perché io credo che sia così”. È questa la differenza: in una persona c’è il dubbio, nell’altra convinzione. Nella lingua orientale c’è una parola che è molto difficile da tradurre: iman. Non è esattamente fede o credo; la parola più vicina che si può trovare per essa è convinzione, una convinzione che non può essere cambiata da nulla, una convinzione che non viene dall’esterno.