Il mistero della telepatia

Per alcuni la telepatia è un fenomeno misterioso; ma per chi lo comprende, è semplice e naturale come una comune conversazione nella nostra vita quotidiana. Tutti possono comprendere che i pensieri hanno un’esistenza, e molti scienziati al giorno d’oggi percepiscono che i pensieri sono fatti di vibrazioni, cosa che mistici e saggi hanno compreso attraverso i secoli.

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Come il corpo fisico è fatto di atomi fisici, così la nostra mente è composta di vibrazioni; ogni attività della mente è pensiero. Ebbene, i pensieri sono di due tipi. Innanzitutto c’è l’immaginazione. Questa è un’attività della mente come il pensiero, ma nell’immaginazione l’attività non è controllata dalla volontà. Quando una persona riposa su una sedia senza pensare a qualcosa in particolare, la mente ha l’abitudine di vagare. In questo caso è come un cavallo selvaggio e non addomesticato che corre liberamente nella giungla. Va in giro senza sapere dove o perché, solo perché è sua abitudine vagare qua e là. Così l’immaginazione non è diretta in modo particolare e vaga in varie direzioni solo come vuole, seguendo tuttavia nello stesso tempo le direzioni a cui la mente è abituata. È per questo che l’immaginazione del musicista naturalmente si sofferma sulla musica e su cose musicali, e l’immaginazione di un artista su cose artistiche. L’immaginazione di un ladro si soffermerà su come rubare e quella dello scrittore su quello che ha scritto. Tutto questo è immaginazione; cioè, non è controllata dalla volontà.

Questo è quello che accade nella mente comune. Da mattina a sera la volontà lavora attivamente su linee a cui la mente è abituata, le linee che la mente ha già formato. Ad esempio, pensate a una persona che pensa sempre alla costruzione, a come costruire una fabbrica o a come sviluppare un certo tipo di attività. Durante questo tempo ha formato delle linee in quest’area della sua mente o nel suo essere mentale. Queste linee sono aperte all’immaginazione, e perciò la mente continua a lavorare sulle stesse linee che il suo pensiero ha seguito precedentemente, anche quando non pensa in modo particolare a questi argomenti. Segue ancora la stessa linea su cui ha pensato.

Le linee che la volontà ha creato nella mente sono le direzioni lungo le quali l’immaginazione viaggia inconsciamente. Come è stato detto: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”.

In secondo luogo c’è il pensiero vero e proprio, quando il potere della volontà dirige l’attività della mente. Questo spiega le parole “riflessivo” e “irriflessivo”. La persona riflessiva è quella che ha una volontà che dirige la sua mente, sia che faccia qualcosa, che parli o che pensi. È quella che la gente chiama pensatore. Ma chi non controlla la sua azione, la sua parola e i suoi pensieri con la sua volontà è irriflessivo; il suo pensiero in realtà è immaginazione, ciò che dice non ha senso, le sue azioni diventano irriflessive e sconsiderate. In breve, queste tre cose - pensiero, parola, azione - rivelano il carattere del pensiero. Se sono controllate dalla volontà mostrano riflessione, ma se non sono controllate dalla volontà la persona è chiamata irriflessiva.

Ebbene, ci sono state date due facoltà principali di percezione: il senso del tatto, dell’odorato, e del gusto che formano i sensi inferiori, e le facoltà dell’udito e della vista in termini Sufi chiamate Sami e Basir, che sono i sensi superiori o principali. Questi due gruppi lavorano entrambi con il corpo fisico, il secondo con le orecchie e gli occhi, ma in realtà lavorano nella mente; è la mente che ascolta e vede. La mente ascolta quando è consapevole delle cose senza che le persone ce le dicano. Notiamo quando una persona è scontenta. Una persona può dire: “Grazie”, e tuttavia la mente percepisce che non è realmente grata ma usa queste parole come una formalità, o anche con sarcasmo. Perciò è la mente che discerne; le orecchie della mente ascoltano. Più è sviluppata la mente, più può sentire anche senza l’aiuto delle orecchie; ascolta il pensiero di un’altra persona senza l’espressione di un suono.

La mente può vedere la forma dei pensieri e discernere tra loro, e questo è quello che fa un veggente; tuttavia, è più facile per la mente percepire udendo che vedendo.